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Dolce, fruttata, fresca, mentolata: la sigaretta elettronica, tanto invitante quanto discussa

Normalmente la si demonizza, ma non sempre è nostra nemica

Sono dappertutto: colorate, tascabili, ai mille gusti e responsabili delle grandi nuvole di svapo che osserviamo in giro. Quanto sono invitanti le sigarette elettroniche!

Tuttavia, sappiamo anche, da fonti istituzionali e autorevoli, che i prodotti contenuti nel liquido vaporizzato non sono positivi per la nostra salute.

Ma allora, perché così tante persone la fumano? Forse perché un fumatore potrebbe giovare dallo switch dalle classiche alle elettroniche? E per chi si approccia al mondo del tabacco per la prima volta, fa bene a farlo con le sigarette elettroniche perché si sente che fanno meno male? Scopriamolo insieme!

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Foto di Renz Macorol da Pexels

Lo stato dell’arte: il report dell’Istituto Superiore di Sanità e i dati in Italia

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, a maggio 2022, l’Istituto Superiore di Sanità (Comunicato Stampa N°39/2022) ha pubblicato dei dati piuttosto coerenti con quello che vediamo intorno a noi.

 Gli italiani che utilizzano la sigaretta elettronica sono un totale di circa 1.200.000 persone. Questo dato potrebbe non destare preoccupazione, ma si tratta di un numero consistentemente più alto rispetto agli anni precedenti. 

Sarà complice la pandemia? Sicuramente: lo conferma il ricercatore Silvano Gallus dell’Istituto Mario Negri di Milano, in un’intervista live trasmessa sul canale YouTube di AIRC. Silvano Gallus spiega, infatti, che ad oggi ci troviamo di fronte, per la prima volta in sette decenni, ad un aumento così importante della prevalenza del fumo in Italia. Mentre fino a una decina d’anni fa se ne osservava una diminuzione fino al 20%, proprio in concomitanza con la diffusione delle sigarette elettroniche e, successivamente anche della sigaretta a tabacco riscaldato, oggi osserviamo un cambio di tendenza sfavorevole in  cui la pandemia ha giocato un ruolo importante 

La sigaretta elettronica non è, quindi, l’unico dispositivo il cui utilizzo è largamente aumentato: le sigarette a tabacco riscaldato, o HTP, sono dei dispositivi più recenti rispetto alle classiche e-cig o sigarette elettroniche, dal funzionamento e contenuto differenti. 

Queste vengono utilizzate da circa 1.700.000 persone italiane, che costituiscono il 3,3% della popolazione. Come preannunciato, il loro consumo negli scorsi tre anni è triplicato: nel 2019 venivano utilizzate da circa l’1,1% della popolazione italiana.

Ad ogni modo, i due dispositivi citati sono diversi, e non sono da considerare sovrapponibili. Ecco le differenze che li distinguono.

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Foto di Lemkhanzar da Pexels

Sigaretta elettronica e sigaretta a tabacco riscaldato: le differenze

Sebbene i numeri dei loro utilizzatori siano entrambi in vertiginoso aumento, occorre fare una distinzione tra i due dispositivi.

Lo “svapo”: identikit della sigaretta elettronica

Le sigarette elettroniche, chiamate anche e-cig, più comunemente svapo o in inglese “vaping”, sono dispositivi che permettono di inalare vapore per poi espirarlo, richiamando proprio l’esperienza che si vive con una classica sigaretta.

Questi dispositivi non contengono tabacco.

Il vapore in questione contiene una miscela composta da acqua, glicole propilenico e altre sostanze. Tra queste, di solito, è presente una quantità di nicotina variabile, un range generalmente compreso tra i 6 e i 20 mg. La nicotina, in realtà, può anche essere assente e non venire inclusa nella miscela. Tra le altre sostanze troviamo anche gli aromi alimentari. Questi sono presenti in grande varietà: ‎aromi “Dolci e Cremosi”,‎” Fruttati”, “Tabaccosi”, “Freschi” e “Mentolati”, come si specifica sui vari siti a disposizione per l’acquisto di tali prodotti.

Si pensa che proprio la notevole varietà di gusti possa rappresentare gran parte del successo di questi dispositivi: non solo invogliano il consumatore, ma alimentano anche il desiderio di sperimentare provando ulteriori sapori come confermato da Roberta Pacifici, Direttrice del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, in un’intervista rilasciata a LILT. 

La sigaretta elettronica prevede, poi, un sistema elettronico di vaporizzazione, che comprende le proprie batterie e le cartucce che contengono il liquido da vaporizzare. Non è prevista combustione, ma la vaporizzazione del liquido avviene tramite calore: è questo il punto principale di differenza con le sigarette classiche e i prodotti tradizionalmente utilizzati per fumare il tabacco. Nonostante l’assenza di combustione, la discussione sui rischi correlati alla e-cigarette è ancora aperta, ed è necessario conoscere la grande varietà di dati disponibili a favore e non.

L’ultima arrivata: la sigaretta a tabacco riscaldato

Dopo la sigaretta elettronica ha fatto la sua entrata in scena la sigaretta a tabacco riscaldato, anche chiamata sigaretta a tabacco riscaldato non bruciato o, in inglese, heat not burn.

Un esempio sono le iQOS®, in cui il tabacco viene riscaldato ad alte temperature, sempre senza dover arrivare ad un processo di combustione, proprio come si lascia intuire dal nome inglese. Questi dispositivi quindi non creano “fumo”. Contengono, però, tutti nicotina. 

Per quanto riguarda i dati disponibili su questi prodotti, non ve ne sono a disposizione in quantità sufficienti per determinare che tipo di danno comportano.

Le evidenze da considerare e le situazioni in cui farlo

Ovviamente gli studi condotti sullo svapo sono moltissimi. Mentre da un lato vi sono quelli condotti dalle multinazionali che le producono, dall’altro troviamo i consensus svolti dai vari governi e dai vari enti del pianeta dedicati alla salute.

Le note dolenti: il contenuto molecolare della sigaretta elettronica

Non possiamo nasconderlo, le sostanze contenute nella sigaretta elettronica non possono sicuramente essere considerate come indifferenti per la nostra salute, tanto meno benefiche.

Tra le analisi a supporto più consistenti e strutturate condotte finora va annoverata sicuramente quella del Dipartimento di Salute del Governo australiano, dalla quale si possono trarre le seguenti conclusioni.

Innanzitutto, il glicole propilenico, se inalato in modo prolungato, può favorire la comparsa di sintomatologia di irritazione delle vie aeree, con possibili tosse, asma e riniti. Inoltre, riscaldando questa sostanza vengono prodotte sostanze come formaldeide e acetaldeide: questi sono prodotti che, sempre se assunti in dosi particolarmente elevate per un soggetto, possono dare danni tipici del gruppo delle sostanze cancerogene.

Non bisogna dimenticare inoltre che, dove si parla di nicotina, si parla di assuefazione. La nicotina, infatti, crea una forte dipendenza, anche se assunta nelle piccole percentuali contenute nelle sigarette elettroniche cosa che nell’esposizione durante l’adolescenza può essere considerata particolarmente dannosa.

Il primo caso: per chi non ha mai fumato, è meglio partire con la sigaretta elettronica?

Partiamo con il ricordare un dato dell’ISS relativo proprio a questo caso: quasi il 3% dei fumatori di sigaretta elettronica sono persone che, prima di utilizzarla, non avevano mai fumato sigarette tradizionali.

La risposta a questo caso in realtà sembra essere unanime: non è il caso di avvicinarsi affatto all’utilizzo di sigarette, nemmeno alla sigaretta elettronica, se non si fuma.

Questo è in linea con un’ulteriore affermazione estratta dall’analisi condotta dal Dipartimento di Salute del Governo australiano, ovvero che i non fumatori che svapano hanno il triplo delle probabilità di iniziare a fumare regolarmente rispetto ai non fumatori che non svapano. 

Questo fatto era già noto da tempo nella letteratura scientifica, e la conferma è arrivata anche dal ricercatore Silvano Gallus, come racconta nell’intervista rilasciata per AIRC.

Gallus, infatti, spiega come lo studio prospettico condotto dal suo gruppo di ricerca ha confermato che un fumatore di sigarette elettroniche ha un rischio molto più alto di iniziare a fumare sigarette tradizionali. 

Un’ulteriore conferma arriva da un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra, che hanno analizzato oltre 400 studi pubblicati per realizzare una review sull’argomento, pubblicata il 30 settembre del 2022 sul British Medical Journal. Lo studio raccomanda alle persone che non hanno mai svapato o fumato di non iniziare a farlo, e invita a prestare attenzione alla formulazione dei messaggi di salute pubblica per evitare effetti indesiderati, visto che “meno dannoso” non dovrebbe tradursi in una percezione di “sicuro” (Limb M. 2022).

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Foto di Nathan Salt da Pexels.

Il secondo caso: per chi fuma e vuole smettere, la sigaretta elettronica è una buona idea?

Anche per questo secondo caso, partiamo innanzitutto da un dato piuttosto forte: più dell’80% delle persone che usano la sigaretta elettronica è costituito da fumatori. Parliamo quindi di consumatori duali, che utilizzano entrambe le tipologie di prodotto: prodotti tradizionali a base di tabacco e sigaretta elettronica, contemporaneamente.

Alcuni studi sembrano dimostrare che possa avere una certa efficacia.

Ad esempio, uno studio randomizzato condotto a Londra, su un totale di 135 fumatori, ha mostrato che sembra essere più efficace rispetto al trattamento sostitutivo della nicotina (Myers Smith K, et al. 2022).

Anche una review su Cochrane del 17 novembre 2022 sembra confermare lo stesso. La review aggiornata comprende 78 studi su oltre 22.000 partecipanti, più 22 studi aggiunti nel 2021 (Hartmann-Boyce et al, 2022). 

Detto questo, occorre prestare attenzione a due grandi “però”: innanzitutto, gli studi commissionati dalle multinazionali del tabacco sono tanti e possono essere sottoposti a particolari meccanismi di revisione e accettazione. Questo va tenuto in considerazione quando li incontriamo o li visioniamo.

In secondo luogo, dobbiamo riconoscere che le evidenze dell’efficacia delle sigarette elettroniche per la cessazione del fumo sono limitate: non ve ne sono ancora un numero sufficiente a disposizione.

 Infine, teniamo conto che la maggior parte dei fumatori che utilizza le sigarette elettroniche continua a fumare, anche secondo l’Analisi sopracitata del Dipartimento di Salute del Governo australiano. Un ulteriore dato su cui riflettere, non credete?

Non esiste una risposta univoca

Come previsto, su argomenti caldi come questo c’è spesso tanto…fumo e poca chiarezza.

Come abbiamo visto, la sigaretta elettronica non è un prodotto positivo nella sua interezza, come d’altronde qualsiasi prodotto che contenga tabacco. Un problema estremamente attuale è la percezione che la sigaretta elettronica possa fare meno male, e per questo motivo si possa fumare di più. Allo stesso modo però, non è necessariamente da condannare. In alcune situazioni, e sempre sotto consiglio e osservazione medica, potrebbe essere addirittura consigliata per i percorsi di disassuefazione dal fumo.

Di Caterina Di Carlo
@jesuiscdc

Bibliografia: